RICOSTRUIRE IL SENO CON IL TESSUTO ADIPOSO CONSENTE ALLE DONNE MASTECTOMIZZATE DI METTERE LA PAROLA “FINE” AL CANCRO
/Il dottor Gino Rigotti è stato il padre della ricostruzione della mammella con tessuto adiposo, colui che, insieme alla sua équipe, ha usato l’adipe per la rigenerazione.
Quasi tutte le donne che hanno subito un intervento di mastectomia scelgono la chirurgia ricostruttiva. La mastectomia resta la traccia indelebile del passaggio del cancro, ma grazie alla ricostruzione della mammella per molte donne, è stato possibile mettere la parola “fine” alla malattia e ripartire.
Si tratta di una pratica chirurgica che molto spesso è consigliata dallo stesso oncologo e si può realizzare da subito, durante la rimozione totale o parziale della mammella, è possibile ricostruire il seno grazie all’innesto del tessuto adiposo.
In occasione del mese dedicato alla prevenzione del tumore al seno, ci siamo fatti raccontare proprio dal pioniere della ricostruzione della mammella con il grasso prelevato attraverso liposuzione, il chirurgo plastico, della Clinica San Francesco, Gino Rigotti di cosa si tratta e quali sono i vantaggi di questo tipo di ricostruzione.
Dottor Rigotti, lei è il pioniere della procedura di ricostruzione del seno con l’utilizzo del tessuto adiposo. Si tratta di un’operazione chirurgica che può essere proposta a tutte le pazienti che hanno affrontato una mastectomia?
“La ricostruzione del seno, post mastectomia, è una procedura chirurgica che si propone al 100% delle pazienti, poiché non vi sono controindicazioni o impedimenti tecnici. L’unico caso in cui non è possibile effettuare questo tipo di ricostruzione è quando nella paziente non vi è presente grasso corporeo, perché il tessuto adiposo che innestiamo per riempire il seno della paziente lo preleviamo dalla stessa”.
Quanto tempo deve trascorrere tra l’intervento di mastectomia e quello di ricostruzione della mammella?
“La ricostruzione della mammella con l’innesto del tessuto adiposo può essere realizzata anche durante l’intervento di demolizione a meno che non si debba aspettare un lasso di tempo tale per ottenere i risultati istologici sul tessuto prelevato oppure perché prima devono essere somministrate terapie complementari come radioterapia o chemioterapia”.
Quali sono i vantaggi della ricostruzione del seno con il tessuto adiposo rispetto a quella realizzata con protesi?
“I vantaggi della ricostruzione della mammella con tessuto adiposo sono essenzialmente tre. Dopo un intervento di ricostruzione con tessuto adiposo la paziente recupera completamente la sensibilità di tutta la parte coinvolta dall’intervento di svuotamento. Questo è un aspetto fondamentale, che da un’operazione di ricostruzione con protesi, non è contemplato.
Da punto di vista morfologico, quella con adipe è la ricostruzione migliore perché diminuisce la necessità di rendere simmetrico il seno interessato con quello non operato e diminuisce anche la necessità di rimodellamento. Ultimo grande vantaggio della ricostruzione grazie al tessuto adiposo è quello di mettere la parola “fine” alla malattia. Infatti, una volta realizzato l’intervento di riempimento con il tessuto adiposo, la paziente è consapevole che lo fa per tutta la vita, contrariamente all’innesto di una protesi che, dopo un numero di anni, deve essere necessariamente sostituita”.
Esistono degli svantaggi relativi alla ricostruzione con tessuto adiposo?
“L’unico inconveniente è che si tratta di un intervento che non può essere eseguito in una sola volta. Infatti sono richieste una serie di sedute che vengono programmate con una cadenza trimestrale ed in alcuni casi possono essere anche numerose. Per questo motivo abbiamo messo a punto un tipo di anestesia con bassi livelli di analgesico che consente una ripresa post operatoria e una dimissione dall’ospedale più rapide”.
L’utilizzo del tessuto adiposo è migliore anche per ciò che riguarda il risultato finale, ovvero l’estetica del seno ricostruito?
“Si tratta sicuramente di un risultato anche da un punto di vista visivo meno impattante. Quindi utilizzare il tessuto adiposo al posto della protesi permette: il recupero totale della sensibilità e quindi è meno difficile da sopportare psicologicamente, permette alle pazienti di considerare il cancro come un’esperienza conclusa e infine richiede un intervento di rimodellamento molto meno complesso. Ma non è finita. Quando ho compreso che il tessuto adiposo fosse migliore di una protesi siamo andati avanti con le ricerche. Da alcune di queste è emerso che l’adipe, grazie al suo potenziale rigenerativo, cura il danno da radioterapia”.
Ci spiega cosa succede esattamente?
“Il potere curativo del tessuto adiposo lo abbiamo sperimentato nella quadrantectomia. Si tratta di un tipo di mastectomia ovvero di uno svuotamento parziale del seno che concede un miglior rimodellamento della mammella, ma ha come condizione necessaria la radioterapia. La radioterapia provoca un danno permanente che spesso con il passare degli anni non migliora, ma s’ intensifica. Si tratta di un danno ischemico che causa un deficit circolatorio che, grazie all’innesto del tessuto adiposo e al suo carattere rigenerativo agisce sui vasi sanguigni e cura il danno da radioterapia in maniera definitiva ed efficace”.
Quale è il consiglio che si sente di dare alle donne?
“La prevenzione resta ancora l’arma più efficace per combattere il cancro definitivamente. Grazie alla prevenzione si scoprono casi di cancro prima che si trasformino in casi complessi e scongiurare così tristi epiloghi. Il primo passo è l’autopalpazione e a seguire lo screening già a partire dai 40 anni”.