PROTESI AL GINOCCHIO E ALLERGIE AI METALLI, L’IMPORTANZA DELL’ANAMNESI
Sempre più persone manifestano un’allergia ai metalli. Questo fenomeno, diffuso a livello globale, fa parte di un aumento generalizzato delle risposte ai componenti inquinanti presenti nell’atmosfera e nei materiali di utilizzo quotidiano. Uno scenario in evoluzione, quindi, da tenere monitorato a tutti i livelli clinici soprattutto quando si parla di chirurgia protesica applicata al ginocchio. Per il chirurgo ortopedico della Clinica San Francesco, Piergiuseppe Perazzini: “Le allergie ai metalli è un tema sempre più sentito e quando si parla di protesi al ginocchio è importante mettere in atto una strategia di laboratorio, clinica e chirurgica a tutto tondo, dal periodo di preparazione pre operatoria al monitoraggio della protesi nel tempo”.
QUALI SONO I METALLI CON CUI VENIAMO IN CONTATTO E QUALI SONO I SOGGETTI PIÙ A RISCHIO?
Gli impianti protesici, soprattutto per il ginocchio, presentano realizzazioni e trattamenti diversi. Nella parte tibiale, ad esempio, la presenza di titanio sulla superficie della protesi stessa è ridotta al minimo, limitando così l’insorgenza di fenomeni allergici. La componente femorale invece, è costituita da una lega di metalli come il Nichel, il Cromo e il Cobalto, elementi che a contatto con i tessuti del paziente possono provocare fenomeni allergici.
Perché sono presenti? Le due parti protesiche per interagire in modo ottimale tra loro vengono sottoposte a un trattamento di superficie, la ‘nichelatura’. Tale rivestimento in Nichel permette di ottenere una superficie protesica levigata e ad alta scorrevolezza. Per minimizzare l’attrito tra le due componenti infine viene inserito un menisco in polietilene che oltre a fungere da ammortizzatore permette una maggiore fluidità dell’articolazione e di mantenimento dell’impianto nel tempo.
Le allergie ai metalli si manifestano soprattutto nelle donne poichè il contatto prolungato con oggetti di bigiotteria come orecchini e collane ha portato a una progressiva sensibilizzazione ai metalli come il Nichel.
STORIA CLINICA E ANAMNESI DEL PAZIENTE. COME SAPERE SE SI E’ ALLERGICI AI METALLI IN VISTA DI UN INTERVENTO PROTESICO
In questo scenario è importante identificare nel preoperatorio i pazienti che presentano un’allergia ai metalli attraverso un’attenta anamnesi e alcuni esami specifici.
Il primo accertamento è di tipo cutaneo denominato Patch Test e consiste nel mettere a contatto l’epidermide e i metalli in modo controllato per un determinato periodo di tempo, fino a 72 ore con l’obiettivo di verificarne la sensibilità.
Un approfondimento ulteriore sono esami di ultima generazione su un campione ematico. Si tratta di un test di attivazione linfocitaria nel quale le sostanze a contatto con il sangue reagiscono con una risposta cellulare dando così l’eventuale esito del test di allergia ai metalli.
Qualora il test risulti positivo è necessario adottare una protesi del ginocchio ‘Nichel free’ per i pazienti allergici. Tali protesi vengono realizzate con protesi particolari come trattamenti di ossidazione o rivestimenti protettivi che isolano i componenti di Nichel e degli altri metalli che possono essere presenti nelle protesi.