MAL DI SCHIENA IN GRAVIDANZA? ECCO PERCHÉ E COSA FARE.
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Mal di schiena in gravidanza? Oltre la metà delle donne ne soffre. Ma non è tutto. Più della metà di queste lamenta anche dolore pelvico. “Il dolore lombare è il disturbo muscoloscheletrico più lamentato dalle donne in gravidanza. – ha spiegato il medico fisiatra Alessandro Di Matteo– Una percentuale tra il 10% e il 65% delle donne in gravidanza riferisce anche un dolore in sede di cintura pelvica. Le due condizioni possono manifestarsi separatamente oppure congiuntamente, e tipicamente possono peggiorare con il procedere della gravidanza, andando a interferire con le attività della vita quotidiana, con il riposo notturno e incidendo in misura importante sui giorni di assenza dal lavoro. La prevalenza globale di tale disturbo nella letteratura scientifica varia dal 24% al 90% in base ai criteri di inclusione delle pazienti, ma mostrano comunque la necessità di sviluppare efficaci programmi di trattamento per tale condizione”.
Quali sono i fattori di rischio?
“Le attuali teorie in merito alla comparsa del mal di schiena in gravidanza stabiliscono che le cause sono riconducibili a:
- Scompenso ormonale con aumentata lassità legamentosa e inefficiente controllo neuromuscolare;
- Alterazione posturale, con incremento della lordosi lombare (eccessiva curvatura lombare), necessaria per bilanciare la traslazione in avanti del baricentro associato all’incremento ponderale principalmente a livello addomino-pelvico.
Sono stati identificati inoltre numerosi fattori di rischio, ovvero:
- Eccessivo incremento ponderale durante la gravidanza;
- Storia precedente di lombalgia;
- Lavoro che comporta sovraccarico biomeccanico;
- Multiparità;
- Tabagismo;
- Scarsa attività fisica;
- Familiarità per lombalgia;
- Scarsa gratificazione nel proprio lavoro
Le linee guida europee raccomandano la gestione della lombalgia e del dolore pelvico fornendo un’adeguata informazione alle pazienti circa l’utilità nel continuare a svolgere un’adeguata attività fisica e, se possibile, proseguire nel proprio lavoro, fornendo talvolta anche un intervento individuale, dove appropriato: esercizi funzionali, frequenti pause nella propria attività, impacchi caldo/freddi alternati, cinture di supporto addominale e pelvico, massaggi, agopuntura, chiropratica, yoga e tecniche di rilassamento; eventuale terapia farmacologica (paracetamolo)”.
Quali sono le attività fisiche consigliate?
“Gli esercizi raccomandati per il mal di schiena correlato alla gravidanza servono a fornire benessere fisico, ma soprattutto psicologico. In particolare si passa da un generico fitness “globale”, all’esercizio aerobico, dagli esercizi di potenziamento muscolare (isometriche) e di core stability allo stretching, con programmi definiti di rilassamento muscolare specifico. Sono consigliate attività quali: lo Yoga, il rilassamento muscolare e l’agopuntura. Esiste l’approccio multimodale ovverouna combinazione di terapia manuale ed esercizi fisici, assieme all’adeguata educazione del paziente sulla corretta postura, sulle tecniche di rilassamento, indicazioni ad esempio sul mantenimento delle ginocchia flesse e vicine quando ci si gira nel letto, e sull’evitare lo stiramento delle articolazioni ai gradi più estremi, pare essere l’approccio più efficace. In conclusione l’attività fisica svolta a terra o in acqua, così come le terapie manuali paiono ridurre il dolore lombare correlato alla gravidanza, suggerendo che qualsiasi esercizio, possa migliorare l’invalidità funzionale”.
L’utilizzo di supporti può aiutare ad alleviare il dolore?
Usare una cintura pelvica non solo aiuta ma garantisce una serie di benefici:
- Correggere deformità
- Limita il movimento della colonna
- Stabilizza colonna e pelvi
- Riduce il carico biomeccanico sulla colonna
- Massaggia e riscaldare la muscolatura
Esiste poi la Kinesio tape, un nastro elastico adesivo che viene impiegato generalmente per disturbi osteo-arto-muscolari, aumentando il flusso ematico e linfatico nella zona di impiego, oltre ad essere un effettivo sostegno meccanico. E’ possibile poi ridurre il dolore attraverso una terapia fisica non invasiva, TENS (stimolazione elettrica nervosa transcutanea) e consiste in una stimolazione elettrica dei nervi periferici attraverso l’impiego di elettrodi di superfice, applicati sulla pelle della zona dolente, tramite i quali viene somministrata una corrente a specifica intensità.