DOPO IL MOUSE LA PRIMA CAUSA DI TENDINITE È LO SMARTPHONE
/Le patologie infiammatorie legate ai tendini vanno di pari passo con l’utilizzo sistematico dei sempre più innovativi mezzi di comunicazione. Dopo le tendiniti da mouse ecco che arrivano anche quelle da smartphone.
Le tendiniti, nello specifico quelle derivanti da mouse o da smartphone colpiscono gli arti superiori e coinvolgono i tendini flessori e i tendini estensori responsabili del movimento delle dita. L’infiammazione è la conseguenza inevitabile di un’eccessiva attivazione di questi tendini da parte di chi svolge attività manuali oppure lavora al computer o usa il telefono cellulare troppo a lungo. Enrico Carità, chirurgo ortopedico specialista della mano, del polso e del gomito, ci ha spiegato come riconoscere questo tipo di patologie e come intervenire.
Cosa accade ai tendini quando si infiammano?
“Le tendiniti si manifestano a seguito di un’azione prolungata comunemente detta “over use” in cui il metabolismo cellulare di questi tendini non fa in tempo a riparare i microtraumi che si generano durante la troppa attività ed il tessuto sinoviale che li circonda è particolarmente sollecitato, per cui da un lato si instaurano ripetutamente delle micro lesioni che non vengono riparate e dall’altro si infiamma il tessuto sinoviale che avvolge i tendini generando l’infiammazione. Il tendine infatti è paragonabile ad una corda avvolta da una guaina che sottile che la nutre e la lubrifica; mentre la corda subisce le lesioni deformandosi a causa di minuscole cicatrici, la parte che si infiamma è la guaina che lo ricopre o tessuto sinoviale, e accade che in presenza di una tendinite questa aumenti di dimensione generando dolore e gonfiore”.
Dopo il mouse, ora la causa più diffusa delle tendiniti è il troppo utilizzo degli smatphone, ci spiega cosa accade?
“Un recente studio mostra che circa il 95% della popolazione mondiale possiede uno smartphone che usa per più di tre ora al giorno. Questo utilizzo prolungato unito alle sempre più grandi dimensioni di questi apparecchi genera diverse patologie più frequentemente a carico del I dito, come il pollice da smartphone conosciuto come “digital thumb”, altro non è che un’infiammazione del suo tendine flessore che inizialmente genera dolore e nel progredire del tempo può trasformarsi in vero e proprio “dito a scatto”. Oppure la rizoartrosi, ovvero il consumo della cartilagine dell’articolazione alla base del pollice che si verifica per il continuo e sistematico uso del pollice in posizioni innaturali come per tenere in mano lo smartphone o scrivere digitando con l’esclusivo uso del I dito per tempo prolungato. Il movimento del pollice, specialmente se in posizioni obbligate, necessita di una contrazione dei muscoli che lo comandano che in questi casi sollecita molto l’articolazione trapezio-metacarpale generando così un carico disfunzionale sulla cartilagine e consumandola progressivamente”.
Quali sono i sintomi del “dito a scatto”?
“Può iniziare come dolore sul lato palmare della base del dito o sensazione di rigidità durante la flessione e progredire fino allo “scatto” durante il movimento di flesso-estensione fino al blocco completo del dito, tale da dover intervenire con l’altra mano per sbloccarlo. Tali sintomi sono più evidenti al mattino quando il tendine risulta meno lubrificato per l’inattività notturna”.
Quando comincia il dolore, prima di rivolgersi ad uno specialista, quali sono le precauzioni che posso adottare?
“Tenere la mano al caldo. Generalmente chi soffre di queste patologie sta meglio al caldo perché il calore favorisce la perfusione ematica delle guaine e facilita lo scorrimento del tendine al loro interno, come anche riduce la sensazione di rigidità delle articolazioni interessate da problemi cartilaginei o artrosi. Fare esercizi di allungamento, immergere le mani nell’acqua tiepida o impacchi di argilla tiepidi sono rimedi casalinghi per ridurre i primi sintomi di queste patologie.
Per ridurre la sensazione di dolore è possibile anche assumere un antinfiammatorio e cercare di tenere l’articolazione a riposo”.
Cosa accade invece, quando l’infiammazione si acutizza ed un antinfiammatorio non basta più?
“Bisogna ricorrere a rimedi più appropriati e specialistici come usare tutori specifici, durante il giorno o anche notturni per mantenere il pollice ad una posizione naturale o di riposo, si possono fare delle terapie fisiche o delle infiltrazioni con cortisonici, acido ialuronico o PRP a seconda della sede e della gravità del caso, e continuare ad usare degli antinfiammatori, ma si deve andare per gradi e contattare lo specialista.
Quando si deve poi ricorrere per forza all’intervento chirurgico, quale è il decorso?
“L’intervento è indicato nelle forme più gravi e cronicizzate. Il post operatorio per il dito a scatto e in particolare modo se parliamo del pollice a scatto è molto veloce: si esce dalla sala operatoria con il dito libero che si muove subito e l’unica cosa richiesta è non esagerare con il carico e l’utilizzo. Inoltre è importante distinguere tra il paziente giovane e quello anziano. Per un paziente giovane il decorso post operatorio è più semplice, il paziente anziano invece può soffrire di altre problematiche locali come l’artrosi o generali come l’assunzione di farmaci scoaugulanti, il diabete e varie altre che rallentano o limitano il recupero funzionale. Nel caso di artrosi avanzate sarà necessario prendere in considerazione anche la problematica articolare”.
Cosa consiglia quindi a chi usa lo smartphone?
“Semplice ed utopistico dire “ridurne l’uso”. Sarebbe opportuno, invece, avere delle minime attenzione per ridurne i rischi di danno come ad esempio appoggiare il cellulare su un tavolo e servirsi di più dita per scrivere, o meglio ancora usare sistemi di dettatura/scrittura vocale, proporzionare le dimensioni del telefono da acquistare a quelle delle proprie mani ed evitare di ostinarsi ad usare il pollice quando si avverte una posizione scomoda o compaiono dei sintomi specialmente per i telefoni dalle dimensioni maggiori”.