CON LA PREVENZIONE E LO SCREENING, IL TUMORE AL SENO NON FA PIU’ PAURA
/Nel nostro Paese il tumore al seno sta perdendo terreno, grazie ad una diffusa attività di prevenzione e all’aumento dello screening tra la popolazione femminile.
Il tumore al seno rappresenta il 29% dei tumori che colpiscono le donne, il rischio di ammalarsi aumenta con l’aumentare dell’età e le sue probabilità di sviluppo sono di una donna su 42 fino ai 49 anni, una donna su 18 tra i 50 e i 69 anni e di una donna su 21 tra i 70 e gli 84 anni.
Purtroppo anche il trend d’incidenza del cancro al seno in Italia appare in leggero aumento circa lo 0,9% ogni anno, mentre continua a calare la mortalità (– 2,2 % per anno). Si è osservato che esiste una differenza minima di mortalità tra le diverse zone del nostro Paese: 37,6 casi ogni 100mila donne al Nord, 31,8 casi al Centro e 34,1 casi al Sud e nelle Isole.
Il tumore al seno colpisce le zone del mondo in maniera non omogenea, nel senso che i tassi più alti si riscontrano nei paesi economicamente più avanzati. “Uno dei fattori che sicuramene influenzano l’aumento del rischio di ammalarsi di cancro al seno, lo possiamo definire, fattore d’urbanizzazione. – ha spiegato il chirurgo Gino Rigotti, padre della ricostruzione mammaria con tessuto adiposo – Non sappiamo se questo fattore sia correlato a cause prettamente ambientali, ma sicuramente abbiamo osservato che anche le donne provenienti da continenti diversi dal nostro, come può essere l’Africa, dove i centri non sono cosi urbanizzati, quando arrivano in Europa, si ammalano con la stessa incidenza delle donne nate e cresciute qui”.
La diminuzione della mortalità per tumore al seno è da attribuire, sicuramente, alla sempre maggior diffusione di programmi di prevenzione e diagnosi precoce, che quali tutte le strutture, pubbliche e private, promuovono a livello nazionale. Anche la sopravvivenza a 5 anni delle donne con tumore della mammella in Italia rappresenta una buona percentuale, si parla dell’87%, anche in questo caso esistono piccole differenze relative alle diverse macro aree del Paese: 88% nel Nord, 87% nel Centro e al Sud l’85%.
La diagnosi precoce resta ancora l’unica arma in grado di sconfiggere questa malattia.
Come faccio a sapere quando è arrivato il momento di fare una visita di controllo?
“Il primo campanello d’allarme è l’autopalpazione – ha spiegato il dottor Rigotti – Tuttavia bisogna affidarsi agli screening a partire dai 40 anni”.
Nelle donne che non evidenziano particolari sintomi o che non riscontrano segni evidenti, come noduli dai contorni definiti al seno, non resta che fare una mammografia. Si tratta di una radiografia e numerosi studi hanno dimostrato che fare uno screening mammografico può ridurre la mortalità da carcinoma mammario e aumenta le possibilità terapeutiche. Ovviamente più aumenta l’età anagrafica e più si riduce il tempo trascorso tra i controlli, infatti donne dai 50 ai 69 anni dovranno programmare lo screening mammografico con cadenza biennale. “Grazie alle attività di prevenzione e agli screening, oggi si muore molto meno – ha concluso Rigotti – anche le guarigioni sono molto più frequenti e ci sono moltissime donne, che grazie alle terapie, riescono a stare in equilibrio, cioè riescono a convivere con la malattia, tenendola sotto controllo”.
I dati diffusi dall’Airc, Associazione italiana per la ricerca sul cancro