COMBATTERE LE INFEZIONI GRAZIE ALLA FORMAZIONE CONTINUA DEL PERSONALE E AI RIGOROSI METODI DI STERILIZZAZIONE
I dati relativi al numero di infezioni correlate all’assistenza (ICA) sono impressionanti, si parla di 9 milioni di casi in Europa ogni anno e 700mila solo in Italia. Esistono linee guida nazionali che prescrivono come effettuare la pulizia degli ambienti all’interno delle strutture sanitarie, e che determinano il comportamento del personale e come deve essere trattata e sterilizzata la strumentazione. Abbiamo incontrato il Coordinatore Infermieristico delle sale operatorie della Clinica San Francesco, Alessandro Vallicella, che ci ha illustrato nel dettaglio come il personale della Clinica San Francesco ha adottato e applicato le linee guida per la sanificazione delle sale operatorie e per la sterilizzazione strumentazioni chirurgiche.
“Esistono linee guida e quindi protocolli specifici per la pulizia, la sanificazione e la sterilizzazione degli ambienti ospedalieri. – ha spiegato Vallicella – Per avere il massimo controllo diretto di questa delicata e cruciale pratica, in Clinica San Francesco, abbiamo scelto di non appaltare la gestione del servizio di pulizia e sanificazione a soggetti esterni, ma di affidarlo a personale interno dipendente dalla struttura così come per la sanificazione e la sterilizzazione del blocco operatorio (sale e pre sale operatorie) e della strumentazione chirurgica.
Come si procede alla pulizia e sanificazione dell’ambiente delle sale operatorie?
“La sala operatoria viene gestita da operatori interni che eseguono ciò che viene stabilito dai protocolli. Questi prevedono molteplici prescrizioni nella pulizia delle varie superfici: sia quelle piane che verticali, con l’uso di prodotti che, in base ai minuti di contatto ci garantiscono l’abbattimento di una serie di microrganismi come il virus dell’AIDS, dell’epatite Be C e tutti gli altri germi che in qualche modo possono compromettere la salute dei pazienti. Secondo le indicazioni riportate dagli stessi prodotti, il tempo di contatto varia dagli otto minuti ai venti minuti, in alcuni casi è necessario invece lasciare la sala operatoria chiusa fino al giorno successivo.
Dopo ogni intervento effettuiamo una sanificazione al massimo livello della sala operatoria e di tutta la strumentazione, indipendentemente dalla storia clinica dei nostri pazienti, per essere certi di controllare ogni tipo di rischio infettivo.
L’intervento di pulizia e sanificazione viene svolto tra un’operazione e l’altra, a fine seduta (ovvero a fine giornata di operazioni) e una volta a settimana procediamo a una sanificazione profonda, viene svuotata completamente la camera operatoria, si smontano e si detergono le bocchette di aereazione, si puliscono accuratamente lampade scialitiche impiegate per illuminare il campo operatorio.
In condizioni ordinarie di esercizio le stesse sale operatorie, come da normativa, vengono sottoposte a numerosi ricambi d’aria ogni ora, questo per far sì che il campo operatorio sia il più vicino possibile alla condizione di sterilità”.
I chirurghi e il personale operatorio, come devono comportarsi?
“E’ importante osservare il rigoroso metodo di lavaggio delle mani, da parte dei chirurghi e di tutto lo staff infermieristico prima di ogni intervento, 10 minuti di lavaggio per ogni intervento. Durante le operazioni di implantologia protesica, i nostri chirurghi indossano anche un casco brevettato che al suo interno ha un sistema che consentendo al chirurgo e allo staff di respirare, crea una barriera ermetica tra gli operatori il paziente così da proteggerlo da qualsiasi tipo di materiale biologico proveniente da bocca naso, pelle, capelli, e barba. E’ dimostrato che si aumenta il rischio di infezioni, durante gli interventi di protesi, qualora sia presente di un elevato numero di persone presenti all’intervento chirurgico. Perciò manteniamo uno stretto controllo su chi entra in sala. Infatti richiediamo che qualsiasi presenza oltre allo staff, per scopi di addestramento venga stabilito con largo anticipo, così da autorizzare l’ingresso, avere la possibilità effettuare un accurato briefing e di poterli preparare a dovere per entrare in sala operatoria e qualora non abbiano dimestichezza con l’ambiente chirurgico far sì che rimangano a debita distanza dal campo operatorio e dalla strumentazione lasciati ai margini del campo operatorio”.
Cosa invece è necessario fare per proteggere i pazienti che entrano in sala operatoria?
“Prima di accedere alla sala operatoria il paziente viene, viene istruito su come deve lavarsi integralmente con uno specifico prodotto a base di clorexidina o lo assistiamo noi direttamente, e gli vengono fatti indossare un camice e della biancheria monouso.
Entrato in sala operatoria, il campo operatorio, ovvero la zona del corpo dove i chirurghi andranno ad intervenire, viene isolata e disinfettata e resa sterile, secondo il tipo di operazione o secondo le direttive del chirurgo. L’intero materiale di copertura del paziente è totalmente sterile e monouso, lo stesso quello che indossa il chirurgo e di tutto lo staff intero della sala operatoria”.
Allo strumentario chirurgico, che viene a contatto diretto con il sangue e i tessuti del paziente riserviamo un trattamento ancora più energico, infatti siamo in grado di consegnare al paziente, nella sua cartella clinica, un report su quali e come sono stati sterilizzati gli strumenti chirurgici che sono stati utilizzati per il suo intervento. Per noi si tratta di un aspetto davvero importante e un punto di forza che ci ha permesso e ci permetterà in futuro, in qualsiasi momento di tracciare e dimostrare nei minimi particolari come vengono sterilizzati i nostri ferri chirurgici.
Abbiamo un numero complessivo di strumenti che ci consente di lavorare in autonomia su tutti gli interventi programmati nell’arco della giornata, ed tutti gli strumenti soggetti ad essere riutilizzato, i cosiddetti “ferri”, subisce un particolare processo di sterilizzazione in base a protocolli su linee guida:
- La prima fase è di decontaminazione dello strumentario, per proteggere il personale che lo dovrà sterilizzare, che consiste nell’immersione di tutto il materiale per 15 minuti all’interno di un prodotto che abbatte la carica microbica sia virale che batterica:
- Trascorsi 15 minuti il materiale viene messo all’interno di termo disinfettanti (un tipo particolarmente sofisticato di macchina simile ad una lavastoviglie) che compiono un ciclo certificato, dove l’acqua raggiunge una temperatura di 90° per un determinato tempo con un prodotto che consente il lavaggio e la disinfezione termica del materiale. Il personale non tocca mai i ferri, offrendo così una ulteriore garanzia di efficacia del processo. Lo strumentario viene poi asciugato riprocessato all’interno di appositi contenitori, anche questi sottoposti a controlli e quindi certificazioni annue, vengono immessi nell’autoclave per la fase di sterilizzazione vera e propria. Ogni autoclave è dotata di un computer che fornisce i continuità i dati mediante i quali in cui è possibile seguire l’andamento e valutare la regolarità del processo di sterilizzazione. Il tutto è registrato digitalmente e così da darci la possibilità di poter presentare prova di quanto effettuato anche dopo 20 anni. Attraverso questi processi che rilasciano dati e verifiche, siamo in grado di documentare che cosa è stato utilizzato per un determinato paziente, come è stato pulito, sanificato e sterilizzato quel dato materiale usato per quella e solo quella operazione, chi ha processato lo strumento, quale è stato il risultato del processo. Una vera è propria puntuale tracciabilità che fornisce ulteriori garanzie sulla bontà nostro lavoro.
- Nel rispetto alle linee guida la nostra struttura ogni 15 giorni compie un test per ogni macchina con l’utilizzo di spore vive. Le provette vengono inviate in laboratorio che ci certifica l’avvenuta morte delle spore e dunque che l’autoclave ha compiuto con successo il suo ciclo.
Tutto il materiale è di nostra proprietà non esce dalla struttura e nemmeno dalla sala operatoria perché la sterilizzazione avviene all’interno del blocco operatorio. Una volta sterilizzato, questo materiale è posto all’interno di trousse metalliche e stoccato all’interno di armadi chiusi.
In Clinica San Francesco, ogni giorno si realizzano 40 interventi, ovvero 160 operazioni chirurgiche a settimana, di queste almeno cinque sono operazioni di sostituzione protesica di ginocchio o di anca. A tal proposito gli strumenti vengono processati subito dopo ogni intervento, quindi gli strumenti di sterilizzazione funzionano tutto il giorno, sotto la guida di personale interno appositamente addestrato.
Il personale della Clinica San Francesco, segue corsi di aggiornamento costanti, relativi all’utilizzo dei macchinari e ai protocolli di sanificazione e sterilizzazione sia degli strumenti, che di tutti gli ambienti della struttura. A prendersene cura e è proprio Alessandro Vallicella, Coordinatore delle sale operatorie e della formazione del personale sanitario.