LE CEFALEE: CHE RUOLO HANNO I DISTURBI DELLA VISTA?
/L’occhio è probabilmente l’organo di senso più importante dell’uomo, sicuramente uno dei più delicati e durante l’intero arco della vita è soggetto a variazioni anche in rapporto a tutte le sollecitazioni cui viene sottoposto nella società di oggi.
Appunto a disturbi dell’organo visivo possono essere imputabili alcuni tipi di cefalea che possono essere risolti semplicemente grazie all’impiego di un’adeguata correzione con occhiali o lenti a contatto, oppure rinforzando i muscoli oculari con appositi esercizi.
Le cause più comuni di cefalea legate a disturbi visivi sono rappresentate dai vizi di rifrazione (ipermetropia, miopia, astigmatismo) non adeguatamente corretti con lenti e da disturbi della motilità oculare (non perfetto allineamento degli occhi).
I soggetti affetti da ipermetropia (spesso senza saperlo) faticano a mettere a fuoco gli oggetti soprattutto da vicino, e possono andare incontro a cefalea a causa dello sforzo eccessivo che sono costretti a fare per compensare questo difetto (ad esempio nella lettura prolungata), con conseguente globale stancabilità, iperaffaticamento e facile esauribilità visiva.
Anche l’astigmatismo e la miopia, se non corretti con lenti adeguate, possono causare cefalea sempre per il fatto che, per ovviare a questi difetti e vedere un po’ meglio, l’organismo mette in atto dei meccanismi di compensazione (come ad esempio “strizzare” le palpebre) che – pur nella loro semplicità – comportano in ogni caso uno sforzo eccessivo che si ripercuote negativamente sullo stato di benessere dell’individuo. Stati di debilitazione generale (anche temporanea) e/o periodi di particolare stress psicofisico possono agire come fattori scatenanti e far precipitare situazione.
Talora una ipermetropia anche lieve provoca cefalea in soggetti costretti a prolungata attività per vicino a causa di una concomitante insufficienza di convergenza, per cui i muscoli oculari non riescono a mantenere la fusione delle immagini (visione distinta) per vicino.
In questi casi è sufficiente rinforzare i muscoli deboli con un semplice “allenamento degli occhi” (esercizi di convergenza, cioè una vera e propria “ginnastica” analogamente a quanto si fa per rinforzare i muscoli indeboliti di altri distretti dell’organismo) e il problema è risolto.
Lo stesso accade quando è presente uno strabismo latente che costringe il soggetto ad uno sforzo intenso per mantenere gli occhi allineati.
Nel bambino invece (in cui l’ipermetropia entro certi limiti è fisiologica) la mancata o inadeguata correzione dell’ipermetropia può anche indurre la comparsa di strabismo convergente.
Sempre più frequente infine, in rapporto agli intensi ritmi ed alle modalità lavorative imposti dalla società attuale, è la comparsa di cefalee legate al prolungato lavoro al computer.
In questo specifico tipo di attività infatti, allo sforzo derivante dalla prolungata visione ravvicinata si aggiunse la necessità di spostare frequentemente lo sguardo dallo schermo alla tastiera, e da questa di nuovo allo schermo per integrare/correggere il testo oppure a distanza per relazionarsi con un interlocutore: tutto questo comporta un intenso impegno del sistema muscolare dell’occhio con conseguente iperaffaticamento e facile stancabilità.
Altra cosa, sostanzialmente diversa, è invece l’ emicrania oftalmica, manifestazione accessuale a carattere familiare, che non dipende da disturbi visivi ed è caratterizzata da una sintomatologia più complessa e intensa. Trattasi di una patologia ben più dolorosa e invalidante della semplice cefalea, per il cui trattamento sono indicati provvedimenti e farmaci da somministrare in collaborazione con il neurologo.