INNOVAZIONE E TECNOLOGIA AL SERVIZIO DELLA RIABILITAZIONE
/Grande impulso al lavoro del fisioterapista lo ha dato l’utilizzo di una piattaforma, che supporta il personale per generare un’attenta valutazione del paziente e non solo. Infatti, grazie all’utilizzo di questo attrezzatura innovativa e all’avanguardia, i fisioterapisti conoscono con precisione la situazione post operatoria del paziente e dunque sanno esattamente come e dove intervenire. A spiegarci come il medico fisiatra Alessandro Di Matteo.
LA RIABILITAZIONE E’ UNO STEP FONDAMENTALE E GRAZIE ALLA ROBOTICA I TEMPI DI RECUPERO SONO PIU’ VELOCI
/Molti sono i vantaggi ottenuti con la chirurgia robotica per le protesi di anca e ginocchio, ma la riabilitazione resta un passaggio fondamentale per recuperare a pieno le funzioni dell’arto sottoposto a operazione. Il medico fisiatra Alessandro di Matteo, ci ha spiegato perché è importante la fisioterapia anche in caso di operazione con l’impiego del robot.
ARTROSI E ARTRITE: FACCIAMO UN PO’ DI CHIAREZZA
/ARTROSI
L’artrosi è una patologia degenerativa che colpisce le articolazioni, possono soffrirne sia donne che uomini a partire già dai 35 anni e peggiora con il trascorrere degli anni. L’artrosi è strettamente legata all’invecchiamento dei tessuti articolari come la cartilagine che nel tempo è sempre meno idratata ed elastica, questo, dovuto a un continuo movimento dell’articolazione, provoca un suo assottigliamento e quindi una minor protezione delle ossa.
Tutte le articolazioni possono essere interessate dall’artrosi ovvio che quelle maggiormente colpite per prime sono quelle sottoposte a carichi e che sono usate più di frequente come gli arti superiori e inferiori, o in continuità come la colonna vertebrale. Diversi sono i fattori che favoriscono l’insorgenza dell’artrosi e possono essere sia interni che esterni al nostro organismo. In primo luogo esiste una predisposizione genetica e tendenzialmente il genere femminile è un po’ più interessato, non bisogna dimenticare inoltre il sovrappeso, i traumi e le lesioni, l’instaurarsi di fenomeni infiammatori e infettivi e l’attività fisica svolta in luoghi ad alta umidità e freddi.
Sintomi
Purtroppo, trattandosi di una patologia degenerativa è soltanto possibile controllare la sintomatologia e quello che si deve fare, prima dell’insorgere della malattia è una corretta prevenzione. La malattia si manifesta con dolore, difficoltà di movimento, rigidità muscolare nella prima mezz’ora dopo il risveglio e il gonfiore.
Terapia
Allo stato iniziale della malattia il dolore si presenta lieve e moderato in maniera occasionale. E’ chiaro che con il passare del tempo, il dolore s’ intensifica, si presenta in maniera sempre più frequente e persistente. L’obiettivo di una terapia farmacologica è quello di tenere sotto controllo il fattore dolore, purtroppo è importante sapere che quando la patologia inizia a essere invalidante è importante iniziare a prendere in considerazione anche un possibile intervento chirurgico volto a impiantare una protesi sostitutiva dell’articolazione.
ARTRITE
L’artrite ovvero “articolazione dolorante”, questo a causa di un’infiammazione accompagnata da gonfiore arrossamenti che comportano un irrigidimento e una perdita di funzionalità. L’artrite non è una sola, ce ne sono di diversi tipi e fanno parte della più ampia categoria di malattie reumatiche. Si tratta di una patologia che può diventare invalidante e tra le diverse forme le più diffuse sono: osteortrite, artrite reumatoide, la gotta e le altre artriti cosiddette da cristalli, il lupus sistemico eritematoso, l’artrite psoriasica.
I sintomi
Si tratta di una malattia che si manifesta a livello fisico, con dolori articolari, stanchezza e perdita della capacità motoria, a livello psicologico con depressione, frustrazione e senso di impotenza ed infine compromette anche l’aspetto sociale, perché un soggetto colpito da artrite ha spesso difficoltà sul lavoro, a scuola comporta una tendenza all’isolamento. Diverse sono le cause che scatenano l’insorgere della malattia, esistono infatti fattori di rischio genetici, ambientali e derivanti da uno stile di vita scorretto. Data appunto la complessità della patologia non esiste, salvo per le forme infettive, una cura. Anche in questo caso, come per l’artrosi, una particolare attenzione deve essere rivolta alle attività di prevenzione. Per rendere efficace un’attività di prevenzione è fondamentale informare la popolazione sui fattori di rischio e su i comportamenti che possono favorire l’insorgere della malattia.
XVII° Simposio Internacional Clínica CEMTRO Madrid 15-17 novembre 2018
/Dal 15 al 17 novembre 2018 presso la Clinica CEMTRO, sita in Avenida Ventisquero de la Condesa, 42 a Madrid si terrà il XVII° Simposio Internacional Clínica CEMTRO “Avances y actualizaciones en traumatología y ortopedia”. Durante l’evento, ed esattamente giovedì 15 novembre, il Dottor Francesco Alberton dell’Unità Funzionale di Ortopedia e Traumatologia della Clinica San Francesco presenterà una relazione intitolata “Chirurgia robotica”.
La relazione risulterà incentrata su argomenti inerenti la chirurgia robotizzata di ginocchio, illustrando i vantaggi della tecnica rispetto a quella tradizionale. Successivamente verrà discussa la protesi monocompartimentale con esposizione di un breve video contenente le fasi salienti della procedura chirurgica per concludere con alcuni spunti relativi ai risultati della esperienza della Clinica durante gli ultimi 6 anni. La seconda parte della relazione sarà dedicata alla protesi totale robotizzata di ginocchio con una parte introduttiva sulla tecnica ed una parte concernente i benefici della medesima.
La presentazione si concluderà sempre con i risultati dell’esperienza della Clinica con la predetta protesi totale dal novembre 2017 ad oggi.
Programma XVII Simposio Internacional Clinica CEMTRO Madrid novembre 2018
Il dottor Perazzini ospite a “Buonasera Dottore” in onda su Tv2000
/A “Buonasera Dottore” in onda venerdì 9 novembre su Tv2000, il dottor Piergiuseppe Perazzini ha spiegato cosa è l’artrosi al ginocchio, quali sono i sintomi e come è necessario intervenire. Il dottor Perazzini, inoltre, ha approfondito quelli che sono tutti i vantaggi legati alla chirurgia robotica nel caso in cui si presentasse la necessità di impiantare una protesi al ginocchio colpito dall’artrosi.
Per saperne di più guarda il link
Collaborazione San Francesco-New York
/Mercoledì 14 novembre 2018 presso la Clinica San Francesco avrà luogo il primo incontro per l’avviamento del progetto “H2M2H” (Hunova to Mako to Hunova) con l’Hospital for Special Surgery (HSS) di New York.
Nel dettaglio il Dottor Piergiuseppe Perazzini, Responsabile dell’Unità Funzionale di Ortopedia e Traumatologia, incontrerà il Dottor Howard Hillstrom, Direttore del laboratorio di Analisi del Movimento, nonché referente per la ricerca clinica e per le valutazioni di tutto l’ambito sportivo all’interno del nosocomio newyorkese. Il Dottor Hillstrom opererà da tramite con i chirurghi ortopedici dell’HSS al fine di dar vita e rafforzare il summenzionato progetto.
Tale meeting di primo contatto risulta fondamentale per iniziare a porre le basi di una importante collaborazione mirata a creare dei protocolli condivisi sulla metodica robotica Mako e sull’uso della piattaforma robotizzata Hunova (utilizzate già da tempo all’interno dell’ospedale statunitense).
Le due strutture rientrano nel sottilissimo novero di quelle dotate di tali tipologie di tecnologie a livello globale.
DOPO IL MOUSE LA PRIMA CAUSA DI TENDINITE È LO SMARTPHONE
/Le patologie infiammatorie legate ai tendini vanno di pari passo con l’utilizzo sistematico dei sempre più innovativi mezzi di comunicazione. Dopo le tendiniti da mouse ecco che arrivano anche quelle da smartphone.
Le tendiniti, nello specifico quelle derivanti da mouse o da smartphone colpiscono gli arti superiori e coinvolgono i tendini flessori e i tendini estensori responsabili del movimento delle dita. L’infiammazione è la conseguenza inevitabile di un’eccessiva attivazione di questi tendini da parte di chi svolge attività manuali oppure lavora al computer o usa il telefono cellulare troppo a lungo. Enrico Carità, chirurgo ortopedico specialista della mano, del polso e del gomito, ci ha spiegato come riconoscere questo tipo di patologie e come intervenire.
Cosa accade ai tendini quando si infiammano?
“Le tendiniti si manifestano a seguito di un’azione prolungata comunemente detta “over use” in cui il metabolismo cellulare di questi tendini non fa in tempo a riparare i microtraumi che si generano durante la troppa attività ed il tessuto sinoviale che li circonda è particolarmente sollecitato, per cui da un lato si instaurano ripetutamente delle micro lesioni che non vengono riparate e dall’altro si infiamma il tessuto sinoviale che avvolge i tendini generando l’infiammazione. Il tendine infatti è paragonabile ad una corda avvolta da una guaina che sottile che la nutre e la lubrifica; mentre la corda subisce le lesioni deformandosi a causa di minuscole cicatrici, la parte che si infiamma è la guaina che lo ricopre o tessuto sinoviale, e accade che in presenza di una tendinite questa aumenti di dimensione generando dolore e gonfiore”.
Dopo il mouse, ora la causa più diffusa delle tendiniti è il troppo utilizzo degli smatphone, ci spiega cosa accade?
“Un recente studio mostra che circa il 95% della popolazione mondiale possiede uno smartphone che usa per più di tre ora al giorno. Questo utilizzo prolungato unito alle sempre più grandi dimensioni di questi apparecchi genera diverse patologie più frequentemente a carico del I dito, come il pollice da smartphone conosciuto come “digital thumb”, altro non è che un’infiammazione del suo tendine flessore che inizialmente genera dolore e nel progredire del tempo può trasformarsi in vero e proprio “dito a scatto”. Oppure la rizoartrosi, ovvero il consumo della cartilagine dell’articolazione alla base del pollice che si verifica per il continuo e sistematico uso del pollice in posizioni innaturali come per tenere in mano lo smartphone o scrivere digitando con l’esclusivo uso del I dito per tempo prolungato. Il movimento del pollice, specialmente se in posizioni obbligate, necessita di una contrazione dei muscoli che lo comandano che in questi casi sollecita molto l’articolazione trapezio-metacarpale generando così un carico disfunzionale sulla cartilagine e consumandola progressivamente”.
Quali sono i sintomi del “dito a scatto”?
“Può iniziare come dolore sul lato palmare della base del dito o sensazione di rigidità durante la flessione e progredire fino allo “scatto” durante il movimento di flesso-estensione fino al blocco completo del dito, tale da dover intervenire con l’altra mano per sbloccarlo. Tali sintomi sono più evidenti al mattino quando il tendine risulta meno lubrificato per l’inattività notturna”.
Quando comincia il dolore, prima di rivolgersi ad uno specialista, quali sono le precauzioni che posso adottare?
“Tenere la mano al caldo. Generalmente chi soffre di queste patologie sta meglio al caldo perché il calore favorisce la perfusione ematica delle guaine e facilita lo scorrimento del tendine al loro interno, come anche riduce la sensazione di rigidità delle articolazioni interessate da problemi cartilaginei o artrosi. Fare esercizi di allungamento, immergere le mani nell’acqua tiepida o impacchi di argilla tiepidi sono rimedi casalinghi per ridurre i primi sintomi di queste patologie.
Per ridurre la sensazione di dolore è possibile anche assumere un antinfiammatorio e cercare di tenere l’articolazione a riposo”.
Cosa accade invece, quando l’infiammazione si acutizza ed un antinfiammatorio non basta più?
“Bisogna ricorrere a rimedi più appropriati e specialistici come usare tutori specifici, durante il giorno o anche notturni per mantenere il pollice ad una posizione naturale o di riposo, si possono fare delle terapie fisiche o delle infiltrazioni con cortisonici, acido ialuronico o PRP a seconda della sede e della gravità del caso, e continuare ad usare degli antinfiammatori, ma si deve andare per gradi e contattare lo specialista.
Quando si deve poi ricorrere per forza all’intervento chirurgico, quale è il decorso?
“L’intervento è indicato nelle forme più gravi e cronicizzate. Il post operatorio per il dito a scatto e in particolare modo se parliamo del pollice a scatto è molto veloce: si esce dalla sala operatoria con il dito libero che si muove subito e l’unica cosa richiesta è non esagerare con il carico e l’utilizzo. Inoltre è importante distinguere tra il paziente giovane e quello anziano. Per un paziente giovane il decorso post operatorio è più semplice, il paziente anziano invece può soffrire di altre problematiche locali come l’artrosi o generali come l’assunzione di farmaci scoaugulanti, il diabete e varie altre che rallentano o limitano il recupero funzionale. Nel caso di artrosi avanzate sarà necessario prendere in considerazione anche la problematica articolare”.
Cosa consiglia quindi a chi usa lo smartphone?
“Semplice ed utopistico dire “ridurne l’uso”. Sarebbe opportuno, invece, avere delle minime attenzione per ridurne i rischi di danno come ad esempio appoggiare il cellulare su un tavolo e servirsi di più dita per scrivere, o meglio ancora usare sistemi di dettatura/scrittura vocale, proporzionare le dimensioni del telefono da acquistare a quelle delle proprie mani ed evitare di ostinarsi ad usare il pollice quando si avverte una posizione scomoda o compaiono dei sintomi specialmente per i telefoni dalle dimensioni maggiori”.
La clinica
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